Con una conferenza ospitata in Auditorium il 19 aprile, i ragazzi delle quinte hanno potuto riflettere sul significato della Festa della Liberazione.
Amelio Selvo (nome di battaglia Gabetto), classe 1925, originario e tuttora residente a Caprie, ha fatto parte della 113 Brigata Garibaldi “Rocci Giovanni”, partigiano ucciso dai reparti tedeschi, al comando di Cuppini Guglielmo e di Alessio (Alessio Maffiodo).
L’8 dicembre 1944, prigioniero del Comando tedesco di Condove, viene scambiato, insieme a Guido Pettigiani e ad Adriana Colla, con 10 soldati tedeschi prigionieri dei partigiani. Luogo dello scambio è il ponte sulla Dora di Sant’Ambrogio e garante dello scambio è il parroco don Rossero.
Avendo documenti di identità che gli garantivano copertura, grazie al suo ruolo di operaio presso le Officine Moncenisio, gli viene affidato il compito di tenere i contatti con il paese e di occuparsi prevalentemente del recupero di armi, munizioni, cibo, coperte e vestiario.
Durante l’incontro con gli studenti ha raccontato delle diverse azioni di sabotaggio a cui ha preso parte e di come si tenessero in contatto con gli alleati tramite Radio Londra che trasmetteva loro informazioni e codici. E’ lui che il 24 aprile del ’45 porta alla sua Brigata il comando di scendere dalle postazioni di montagna per prepararsi alla liberazione di Torino. Così facendo salva la sua brigata dall’ultimo rastrellamento compiuto dai tedeschi in montagna prima della ritirata.
Forte è stata l’emozione nel raccontare della sua giovinezza, ricordando gli sforzi fatti per liberare la Valle dalle sciagure della guerra.