Domenica 7 ottobre si è svolta tra Perugia e Assisi l’annuale marcia della pace.

Quest’ anno dall’Istituto Des Ambrois di Oulx sono partiti 77 ragazzi accompagnati da 5 insegnati e dai volontari del Servizio Civile. Il viaggio di istruzione, durato cinque giorni, si è svolto nelle magnifiche zone collinari dell’entroterra umbro tra paesaggi mozzafiato ed emozioni fortissime.

 

Il primo giorno è stato dedicato interamente allo spostamento verso Perugia. Due ragazzi della delegazione, tuttavia, sono partiti in avanscoperta già la domenica precedente. I due rapprezentanti di Istituto, Ivan e Giulia hanno infatti anticipato il gruppo cominciando a lavorare alla preparazione del meeting, con altri 18 ragazzi provenienti da tutta Italia, già da lunedì 4 ottobre. Scelti, grazie alla qualità del progetto del Des Ambrois, come ambasciatori di pace, hanno così contribuito con grande efficienza alla organizzazione delle attività previste per il fine settimana. Il loro è stato sicuramente un modo nuovo e gratificante di intendere le attività di alternanza scuola/lavoro.

 

Il giorno successivo, venerdì, fin dal mattino sono iniziati gli incontri sulle tematiche cardine della manifestazione: i diritti umani, la loro applicazione e la loro frequente violazione, la loro attualità a 70 anni dalla loro proclamazione.

Diritti saliti alla ribalta dei quotidiani e dei telegiornali anche in questi tempi, proprio per la situazione drammatica che si sta delineando nel Mediterraneo, dove ogni giorno giovani, donne, uomini e bambini prendono il largo su “zattere” improvvisate nel tentativo e nella speranza di poter ricominciare a vivere in un luogo sicuro, lontano dalle guerre, lontani dalla fame, lontani dalla desolazione che ognuno di noi contribuisce ad accrescere, quotidianamente, con l’indifferenza e la disinformazione.

Nel pomeriggio si sono altre conferenze, alternate a momenti più leggeri, particolarmente apprezzati dai ragazzi già emotivamente provati dalla mattinata intensa.

L’ultimo intervento della giornata ha nuovamente toccato  i ragazzi nel profondo. Gianpiero Griffo, Presidente della Disabled peoples’ international Italia, che da oltre 40 anni è attivo nel mondo della tutela di persone con disabilità, ha provato a spiegare la sua esperienza, definendo la “triade della povertà”: “la guerra provoca disabilità e povertà, ma anche quest’ultima può provocare disabilità (intesa, in questo senso, soprattutto come limitazione alla partecipazione ai contesti di vita e all’informazione circa il mantenimento di un livello di salute adeguato). La disabilità, quindi, può essere essa stessa una condizione di povertà in caso di violazione dei diritti umani.”

 

Non meno in tensa la giornata di Sabato 6 ottobre.

Nell’aula magna dell’istituto Pittini, che ha ospitato l’intero gruppo delle scuole partecipanti al meeting, i ragazzi hanno ascoltato una giornalista della RAI, Cecilia Rinaldini che ha raccontato nuove storie di violazione di diritti, soffermandosi in particolare le condizioni di vita spaventose dei profughi che ha trovato all’interno dei campi di transizione nell’isola greca di Lesbo, dove 9.000 tra uomini donne e bambini alloggiano in attesa di una possibilità di fuggire da quell’inferno.

Altro intervento forte è stato quello di Gennaro Giudetti, operatore umanitario, che ha raccontato la sua esperienza sulla nave SEA-WATCH e il suo intervento nel soccorrere i passeggeri dei barconi nel Mediterraneo. Da “uomo di mare”, essendo nato a Taranto, credeva di conoscere quell’ambiente e la navigazione, ma quando si è trovato a 500 miglia nautiche dalla costa più vicina Gennaro ha capito che il mare che credeva di conoscere era solo fantasia: onde alte 10 metri, venti sopra ai 120 km\h, correnti marine fortissime e un profondo senso di insicurezza, benché fosse su una nave vera e propria, che solo in caso di necessità calava le scialuppe per recuperare coloro che davvero erano in pericolo.

Nel racconto di Giudetti sono state evocate giovani donne stuprate nei vari campi di detenzione che costellano le coste africane, i giovani ragazzi costretti a subire torture fisiche e psicologiche, barconi di gomma rigida rinforzati con assi di legno (spesso chiodate) che al primo urto distruggono lo scafo, scaraventando ogni passeggero in quel mare che spesso finisce per inghiottire i sogni e le loro speranze.

“Dove sarebbe la bambagia in questo viaggio?”

Ogni studente si è trovato negli occhi e nel cuore questa domanda, ognuno ha iniziato a riflettere su come, nel proprio piccolo, potesse fare qualcosa per cambiare questa situazione. Gennaro ha cambiato il consueto modo di vedere il problema dell’immigrazione, ponendo l’attenzione sul sulle possibili soluzioni, “perché solo chi ha tutto, non cerca soluzioni”.

 

Domenica 7 ottobre più di 100.000 persone di cui 10.000 studenti si sono incontrati a Perugia sotto una pioggia battente, con migliaia di bandiere colorate e striscioni inneggianti la pace.

La manifestazione aveva come scopo quello di trasmettere attraverso la fatica comune un messaggio di pace e fratellanza sempre d’attualità. Durante i molti km di marcia i ragazzi del Des Ambrois hanno avuto la possibilità di conoscere tante persone diverse, ma unite da uno stesso ideale. Hanno cantato, ballato o semplicemente parlato con il vicino di quel momento, per alleggerire un po’ la fatica del cammino.

Gli ultimi km sono stati i più duri, in parte per la salita, ma soprattutto per l’idea di essere arrivati alla fine di una marcia che per una giornata unisce un fiume di persone, lontane nelle vite ma vicine nei loro cuori, nei loro sogni e nel loro futuro.

La soddisfazione più grande per il gruppo del Des Ambrois è stata sicuramente l’essere passati attraverso le porte della cittadella di Assisi con lo striscione cucito a scuola tutti insieme, prima della partenza per la marcia, e che tutti insieme hanno portato fino alla rocca di San Francesco.

La stanchezza e il dolore ai piedi sono stati ripagati dalla bellezza disarmante del luogo: le colline, il tramonto del sole e la marea di gente hanno dato un senso di completezza che raramente si prova nella quotidianità del vivere.

“Nell’epoca in cui si naviga da seduti, camminare insieme è un atto rivoluzionario”.

 

 

 

Maria Teresa Vivino

Simone Boglio