Dopo gli esaltanti giorni trascorsi nelle terre umbre per la marcia della pace, i ragazzi dell’I.I.S.S. Des Ambrois hanno continuato il difficile percorso di conoscenza e approfondimento delle tematiche riguardanti i Diritti Umani, attraverso la proiezione del docu-film ‘Sulla mia pelle’, tenutasi nell’Auditorium dell’Istituto superiore, in via Martin Luther King 10 a Oulx. Questo è stato possibile sabato 13 ottobre, grazie all’impegno della Prof.ssa Anna Lauria, insegnante delle materie tecniche cinematografiche, al dirigente scolastico che ha dato la disponibilità e agli insegnanti che hanno accompagnato le classi quinte. A termine della proiezione è stato possibile avere con gli studenti in diretta un colloquio telefonico con l’avvocato della famiglia Cucchi e la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi.
La pellicola racconta le note vicende giudiziarie del caso ‘Stefano Cucchi’. Dopo nove anni di inossidabile ricerca della verità perpetrata dalla famiglia Cucchi, in particolar modo della sorella di Stefano, Ilaria, per il figlio tragicamente deceduto a seguito di un arresto da parte delle forze dell’ordine per detenzione e sospetto di spaccio di droga. Un susseguirsi di errori e leggerezze, voluti o no (insabbiamenti e coperture volte a mostrare il volto sempre pulito dell’Arma), di sottovalutazioni, nella non curanza dei diritti dell’Altro.
Quell’altro era un ragazzo, certo, con alcuni precedenti, e problemi di tossicodipendenza, ma con i suoi bisogni e le sue paure.
Quando Stefano è stato arrestato, dava per scontato che, come prevede la legge, tutto si sarebbe risolto in tribunale, ma come tutti sanno l’epilogo è stato tragicamente in obitorio.
Questa docu-film è basato sugli atti giudiziari, racconta solo ciò che, fino a ‘ieri’, è arrivato nelle aule dei tribunali; è stato costruito sulle testimonianze, sulla base di interrogatori e deposizioni varie. La ricostruzione di una cruda, difficile da accettare.
Gli attori si sono calati completamente nella parte, tanto da far sentire ancora per oltre un’ora in vita il proprio figlio ai genitori di Stefano. Un ragazzo che diventa persona a 360°, non un monolite, ma un essere umano completo di mille sfaccettature.
Alessandro Borghi, con la sua interpretazione, ha così ‘ riportato in vita ‘ Stefano, gli ha ridato anima, ad una figura troppe volte e con troppo semplicismo di riduzione descritta come ‘u n tossico di merda ‘, dai nostri non cauti politici.
Alessandro, che diventa per oltre un’ora Stefano, riesce a portare in scena la totale sfiducia, disteso nel letto poco prima di morire, distrutto nel corpo e nella mente, in un’interpretazione ad alta tensione emotiva.
Uno Stefano/Alessandro che parla quasi con voce da bambino negli ultimi fotogrammi prima della morte. Un ragazzo, uomo, che sente il bisogno di essere protetto, da se stesso e dagli altri.
Dopo nove anni di decostruzione collettiva della memoria del figlio e del fratello, la famiglia Cucchi ora condivide anche con il film la sua esperienza, per aiutare le famiglie in situazioni simili, con cieca fiducia nel lavoro delle istituzioni e nel ruolo fondamentale delle forze dell’ordine.
Citando il film ‘Non uccidere’: ” L’ omicidio è un crimine quando è commesso da un singolo, mentre è una virtù se compiuto in nome dello Stato. L’impunità per i delitti non assicura il motivo dell’innocenza, ma la grandezza della ferocia “
Nell’immagine, un fotogramma del film “Sulla mia pelle”