Sabato 30 aprile, in mattinata si è concluso il progetto di legalità sostenuto da LIBERAMENTE INSIEME. Gli alunni delle classi seconde della Scuola Media di Oulx e alcuni studenti della prima Liceo Classico, hanno incontrato, nell’auditorium dell’I.I.S.S. Des Ambrois, Paola Caccia, figlia del magistrato Bruno Caccia, assassinato il 26 giugno 1983.
Gli alunni, interessati e partecipi, hanno dialogato con la prof.ssa Caccia che, oltre ad aver fornito un ritratto del Procuratore, ha condiviso aneddoti famigliari e fotografie, regalando un’immagine intima e delicata del papà.
Oltre al giudice retto, giusto, onesto, è emerso l’uomo riservato, timido, tranquillo, semplice, amante della compagnia, del ballo, dello sci e del tennis e appassionato ortolano. Accanto al magistrato operoso che non parlava mai del proprio lavoro, un padre severo, ma aperto al dialogo, che non puniva, ma discuteva volentieri coi figli su comportamenti giusti o sbagliati.
La prof.ssa Caccia ha inoltre chiarito numerosi concetti: omertà, mandanti, esecutori, indagini, processi e sottolineato più volte che, dopo quasi quarant’anni, dopo tanta rabbia e tanto dolore, ha sviluppato un amore per la Verità che le dà la forza di andare nelle Scuole e raccontare, di marciare contro le mafie e le ingiustizie.
La prof.ssa Caccia è grata a LIBERA che le ha chiesto di raccontare la storia di Bruno Caccia perché dà voce alle famiglie delle vittime.
Noi abbiamo bisogno di testimoni che ci aiutino a riflettere su come la trama più preziosa della Storia sia tessuta a fili d’oro dalle storie dei singoli, la storia di un magistrato, Bruno Caccia, ma anche di un padre, di un nonno, di un marito capace di scelte quotidiane senza compromessi, ferme e coraggiose, in nome della Verità.
Attraversiamo la Scuola, luogo d’incontro, per entrare nel mondo, trasformati dalle esperienze, dalle narrazioni, dall’ascolto, resi più consapevoli che ciascuno di noi è parte di un intreccio, ed è responsabile, con ogni sua azione, delle interazioni con il resto dell’umanità.
Il viale d’ingresso al Des Ambrois è costeggiato da giovani alberi della legalità.
Da qualche giorno c’è anche quello di Bruno Caccia, che tanto amava seminare e far fiorire, su una stele è stata posta la targa a lui dedicata.
Ricordare il nome, come dice Don Ciotti, è recuperare la vita, l’impegno, l’esempio, il nome non deve essere scritto solo sulle lapidi, ma stampato nelle coscienze. Il nome e la vita del singolo devono ricordarci che ogni giorno ciascuno di noi è chiamato a fare la scelta giusta, piccola o grande che sia, perché la trama della Storia è tessuta dalle nostre storie.
- Miletto – S. Gallizio