Il Valsusafilmfest ha regalato all’Istituto Des Ambrois di Oulx uno spettacolo teatrale di Mohamed Ba, milanese di adozione e di origini senegalesi.

Alcune classi hanno già avuto l’opportunità di incontrare l’anno scorso l’artista a tutto tondo, ma per altri studenti è stata la prima occasione per conoscerlo. Mohamed Ba attore, scrittore e musicista senegalese di 46 anni, emigrato in Francia e poi in Italia, è impegnato sui temi dell’antirazzismo e dell’integrazione. L’1 maggio 2009, Ba venne accoltellato da uno sconosciuto nel centro di Milano.
I passanti scapparono, la polizia non aprì le indagini, le istituzioni voltarono la testa dall’altra parte e Mohamed venne lasciato solo in un letto d’ospedale.
Dopo quella aggressione Mohamed è diventato ancora più determinato nella sua lotta al razzismo, con tutti i mezzi: la letteratura, il teatro, la musica (è fondatore del gruppo di percussionisti Mamafrica), l’impegno nelle scuole e nelle associazioni.Questo, come ha spiegato,m perché la vera via non è quella della vendetta, ma dell’educazione e della conoscenza, che attraverso l’incontro di opinioni, permette di scoprire che i bisogni più profondi degli esseri umani sono poi molto simili. Lo spettacolo si è tenuto in Auditorium dell’Istitututo, in via Martin Luther King 10, dalle ore 11.25 alle ore 13.00.

Mohamed Ba, Stefano Dongetti e Alessandro Mizzi hanno creato uno spettacolo, dal titolo ‘Come diventare africani in una notte‘, ricco di spunti di riflessione che ha strappato sorrisi, ma invitando anche a riflettere gli spettatori, e a mettersi nei panni dell’altro, cambiando punto di vista, per poi scoprire che i punti in comune sono molti di più di quelli in contrasto. I ragazzi sono stati piacevolmente colpiti dalla leggerezza e l’efficacia con cui Mohamed ha trattato tematiche così difficili, scansate anche da coloro che per mestiere dovrebbero tentare di risolvere i conflitti sociali. Combattere con la conoscenza le discriminazioni, è per Mohamed un obiettivo possibile. “Ciò che si è nella vita non è motivo di vanto né di dispiacere, ma ciò che si diventa lo è”. Questo è un pensiero espresso sulla scena nel corso del dialogo tra i due attori. Lo spettacolo si è concluso con la rottura della quarta parete, invitando il pubblico ad accompagnarli nella musica folkloristica africana; un modo per raccontare le tradizioni più radicate, raggiungendo attraverso la musica, le note più profonde dell’anima.

Uno spettacolo da tutti i punti di vista!